Dalle cronache dell’epoca estratte dal libro “Cronache della Valle Bregaglia” stampato a Chiavenna nel 1910 e scritto da Gaudenzio Giovanoli, troviamo un passaggio che ha qualcosa di famigliare con la pandemia di COVID-19 (nuovo coronavirus) che ormai è tristemente presente in gran parte del pianeta.
La cronaca inizia con il raccontare un inverno piuttosto anomalo, molto asciutto e con pochissima neve. Nel mese di febbraio del 1666 e più recisamente dal 6 al 15 febbraio 1666 vennero registrati terribili venti di tramontana.
Ma il clima non era l’unica preoccupazione che turbava la popolazione della Bregaglia. Sempre più spesso giungevano voci a proposito del dilagare della peste a nord. In particolare si vociferava che nelle città germaniche di Colonia e Francoforte, ma ancora di più in Inghilterra imperversava un male oscuro chiamato con il nome di peste.
Solo 37 anni prima la peste aveva decimato in modo particolare la popolazione di Bondo e Castasegna, due villaggi bregagliotti di Sottoporta. Quindi è ragionevole credere che in vita poteva esserci benissimo ancora qualcuno che potesse raccontare quanto accaduto durante l’epidemia di peste del 1629 che passerà alla storia come la grande peste di Milano raccontata dal Manzoni.
Quindi in tal epoca le autorità corsero ai ripari ed applicarono immediatamente dei controlli a Chiavenna , cito testualmente “Furono messi i rastelli per certi sospetti ancora a Chiavenna per i passeggianti di Allemagna“.
La peste del 1666 citata nelle cronache sopra indicate con riferimento all’Inghilterra, viene ricordata come la Grande peste di Londra che appunto dilagò dal 1665 al 1666 causando secondo Wikipedia un numero di vittime quantificato da 75’000 a 100’000.
Nello stesso anno e più precisamente il 2 settembre 1666, Londra iniziò a bruciare in seguito ad un incendio che non venne contenuto. L’incendio durò per diversi giorni e segnerà la storia di Londra guadagnandosi il sinistro nome di “Grande incendio di Londra”.
Continuando nella lettura delle cronache relative alla Bregaglia mi imbatto in un secondo episodio che ho già trattato in passato, relativo ad un fatto di sangue avvenuto a Stampa, a suggerire che quell’anno per la Bregaglia fù particolarmente triste.
Continuando nella lettura giungiamo al settembre del 1667 dove per l’ennesima volta giungono voci terribili a proposito di un epidemia di peste, questa volta molto più vicino ovvero a Basilea ed in altre località della Svizzera. Per l’ennesima volta le autorità della valle decidono di mettere nuovamente i “rastelli” a Chiavenna e in altri punti di accesso per cito testualmente “cautione della sanità”.
Come possiamo vedere la pratica in caso di epidemia o pandemia di chiudere l’accesso a determinati territori non è un fenomeno così recente ed attribuibile unicamente alla pandemia da COVID-19. Già i nostri antenati conoscevano bene l’importanza di ridurre il movimento delle persone in caso di epidemia.
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.